Il tema della formazione in psicologia analitica è molto ampio e la letteratura sull’argomento è comprensiva di posizioni che arrivano ad essere diametralmente opposte; le considerazioni che seguono su tale complesso, difficile e inesauribile tema riguardano solo alcuni aspetti vissuti come significativi durante la mia formazione analitica, ad oggi in corso. Quanto segue si limita quindi ad avere il valore del l’esperienza e della riflessione personale.
- L’oggetto della formazione
Le domande centrali di questo mio contributo accompagnano da sempre la mia formazione e, di conseguenza, il mio lavoro clinico, e ruotano intorno ad alcune tematiche principali relative a cosa sia oggetto della formazione analitica e a quali strumenti e attraverso quale percorso tale oggetto venga formato.
Negli scritti di Jung dedicati alla psicoterapia emerge chiaramente come lo strumento del lavoro analitico sia considerato la personalità del terapeuta e come questa sia l’oggetto principale della formazione; fu per primo Jung, infatti, che propose l’istituzione dell’analisi didattica: coloro che volevano esercitare la professione di analisti dovevano sottoporsi a una propria analisi. Mario Trevi, riprendendo fedelmente Jung, ricorda, in un suo contributo sulla didattica junghiana, come la personalità dell’analista sia il cardine del metodo analitico e come l’obiettivo della formazione non possa essere che lo sviluppo più ampio possibile di tale personalità.