La verità come efficacia

di Umberto Galimberti
«atque», 18-19, 1998, pp. 19-34

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In ogni filosofare non si è trattato per nulla,

fino a oggi, di “verità”, ma di qualcos’altro,

come salute, avvenire, sviluppo, potenza, vita …

F. Nietzsche, La gaia scienza, 1882,

Prefazione alla seconda edizione, 1886, § 2

1. Verità ed effetti di realtà

“Svelamento” (Unverborgenheit ) è il modo in cui Heidegger traduce la parola greca alétheia , che noi siamo soliti rendere con la parola “verità” . Anche la tecnica, in quanto pro-vocazione della natura, in quanto costringe la natura a svelare (a-letheuein) la sua potenza nascosta appartiene al destino della verità. Un destino che è possibile percorrere storicamente seguendo i vari modi in cui la verità si è svelata, dando di volta in volta una determinata forma all’epoca, compresa la nostra, dove sembra egemone la persuasione che non si dia più alcuna verità assoluta.

Ma dire che la verità è svelamento della natura, dire che la tecnica appartiene alla storia della verità in quanto pro-vocazione della natura, in quanto porta allo scoperto (a-létheia ) l’energia della natura, significa dire che la verità non è tanto “spettacolo”, “contemplazione”, “visione”, ma /orma di dominio, quel dominio che l’uomo ha dovuto sempre esercitare sulla natura per poter sopravvivere.

Tra verità e dominio non c’è alcuna estraneità, ma perfetta coincidenza. Non si dà infatti dominio senza il possesso divere conoscenze, così come non si dà vera conoscenza senza effetti di dominio. Anche quando la verità viene proiettata in un altro mondo è perché, non di sponendo di migliori conoscenze, una simile proiezione è quella che ha effetti di dominio più efficaci su questo mondo.

 

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