L’atteggiamento filosofico fondamentale delle psicoterapie

di Mario Francioni
«atque», 6, 1992, pp. 37-44

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I concetti nosologici di per sé terapeutici secondo Minkowski

La grande rilevanza del rapporto filosofia-psicoterapia non è certo deducibile soltanto dal fatto che alcuni psicoterapeuti inseriscono nei loro schemi terapeutici anche principi filosofici “mescolati” con altri fattori più pratici. Si tratterebbe, in tal caso, al massimo, di una integrazione o di un semplice contributo ad un efficace o almeno più deciso adattamento dei pazienti alla vita di relazione, magari in situazioni particolari. Il che non basta evidentemente né per individuare la suddetta rilevanza, né per definire addirittura l’essenzialità del rapporto filosofia-psicoterapia, come qui nel séguito si vuol sostenere.

Tale “essenzialità” è ricercabile con l’analisi del ruolo dei con cetti filosofici operanti nelle varie prassi effettive degli psicoterapeuti, anche se sovente in modo implicito; ma riesce alla fine definibile radi calmente solo ritrovando l’orientamento anticipatorio di base di tutte le prassi, cioè l’ atteggiamento filosofico fondamentale che tutte le accomuna.

Prima di abbozzare qualche lineamento teoretico su tale ”atteggiamento”, converrebbe ricorrere a tutta la ricca storia del pensiero psicopatologico e psicoterapeutico precedente. Ma per brevità qui ci si limita a ricordare gli spunti offerti felicemente dalle intuizioni e proposte del grande psichiatra-filosofo Eugenio Minkowski, d’orientamento fenomenologico. Egli già ne La schizophrénie (1927) affermò deci samente: “Nos concepts nosologiques peuvent avoir par eux-mémes une valeur thérapeutique” (corsivo nostro); e successivamente propose una “semantica esistenziale” che estendeva laportata sia teorica sia prati ca di tale problematica assunzione di principio.

 

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