Le parole dell’efficacia nella clinica psicoanalitica

di Mauro La Forgia
«atque», 18-19, 1998, pp. 105-116

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Curavo un bambino particolarmente interessante,

che all’inizio non parlava affatto.

Quando cominciò a parlare

si mise a soffiare tra le labbra. Quando gli chiesi: “Perché lo fai?”,

mi rispose: “C’è una bolla di gioia dentro di me”

(F. Tustin, 1994)

  1. Una rotella non scorre e viene sostituita

A un certo punto di una terapia con una giovane donna colta, dotata di una notevole intelligenza, ma con gravi disturbi ossessivi, si pose bizzarramente una questione di rotelle.

Il problema, in breve, era il seguente: la paziente era tormentata dal fatto che la rotella centrale di una sedia da ufficio che usava correntemente per balzare, rimanendo seduta, dalla scrivania al computer, e poi allo schedario, e poi, di nuovo, al computer si era da tempo inceppata; strisciava faticosamente sul parquet non senza qualche fastidioso stridio; le altre quattro rotelle della sedia camminavano, ma quella no, non voleva saperne, e nonostante spinte e colpi di schiena, si rifiutava di lavorare come le altre. La paziente si decide, dopo qualche settimana (ma la faccenda mi viene raccontata nello spazio di un’unica seduta) a rovesciare la sedia, individua con più sicurezza la colpevole, e scopre anche, con stupore, che essa poteva facilmente essere staccata.

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