Lo stato di emarginazione della psicopatologia. Quali responsabilità per gli psicopatologi?

di Mario Rossi-Monti
«atque», 22, 2000, pp. 197-214

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La psichiatria comunitaria e il suo fondamento inespresso

 

Un importante storico della scienza ha scritto: “più vi spingerete verso il cuore di un problema storico strettamente delimitato, più finirete per incontrare, in quello stesso problema qualcosa che vi spingerà al di fuori, aldilà dei suoi confini” (Lovejoy, 1960). Approfondire il tema dell’influenza della psicopatologia fenomenologica sullo sviluppo della psichiatria comunitaria o territoriale significa immergersi in una congerie di influenze problematiche, di contatti e di ramificazioni che rimandano al clima culturale che fece da sfondo alla nascita della legge 180: dalle in fluenze della psichiatria di settore francese e del modello anglosassone della comunità terapeutica, alle posizioni eclettiche tradizionalmente assunte dalla psichiatria italiana (da sempre ammalata di provin cialismo) fino allo sviluppo ed alla affermazione di una chiave di interpretazione estremizzata di tipo socio-genetico della malattia mentale.

Come si collocava la psicopatologia fenomenologica in quel contesto? Nel 1964, mezzo secolo dopo la sua prima edizione, veniva pubblicata in italiano la Psicopatologia Generale di Karl Jaspers. Dieci anni prima era stata pubblicata da Sansoni la Psicopato logia Clinica di Kurt Schneider.

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