PRIMA PARTE
Parlare della noia
La noia non è una passione, ma quell’esperienza che in determinate persone (in determinati temperamenti) è prodotta dall’assenza di passioni; la noia non è l’a-patia, l’indifferenza, ma piuttosto l’inclinazione a patire per l’a-patia o l’anestesia affettiva appena esse si annunciano. L’annoiato ha un bisogno estremo di sentire, e solo appassionandosi può ripristinare, col contatto con l’ambiente e col mondo, quello con se stesso. La noia è quindi una sorta di negativa, oppure di matrice delle passioni, è il sentimento non della mancanza di sentimenti, ma di oggetti che possano suscitarne di intensi.
Parlare della noia “endogena”, del tedio, disposizione affettiva del soggetto in gran parte indipendente dagli elementi situazionali, causa piuttosto che effetto della monotonia e della fatica (Jankélé vitch, 1963, p. 80), implica uno sforzo di discriminazione semantica e di creazione sintattica.