Oggetti dentro i corpi

di Augusto Iossa Fasano
«atque», 18 n.s., 2016, pp. 133-154

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L’oggetto ausiliario esterno al corpo o protesi contribuisce a costruire l’identità psichica del soggetto. Se la protesi viene inserita all’interno del corpo aumentano i rischi per la stabilità e l’integrità psichica. Il Paradigma Bionico Protesico (PBP) si propone come modello per l’inquadramento antropologico e il trattamento dei soggetti a configurazione cyborg.

 

Parole chiave: identità, protesi, rappresentazione, cyborg, paradigma bionico, mondo esterno, psicoterapia

 

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Un tocco di ri-guardo

di Felice Ciro Papparo
«atque», 18 n.s., 2016, pp. 157-180

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Il testo parte dalla caratteristica più distintiva e allo stesso tempo più ingombrante che attiene alla problematicità del rapporto tra l’“Io” nel suo “viluppo mortale” e il “mondo delle cose”: vale a dire a quella problematicità che, per riprendere un’espressione bergsoniana-jankélévitchiana, trova la sua espressione nel modo in cui il linguaggio, «organo-ostacolo», rappresenta quel rapporto. E con l’ausilio di alcuni autori (Nietzsche, Valéry, Montaigne, Shakespeare, Bataille), il testo si interroga sul senso da attribuire all’“opacità dell’oggettuale”. Assumendo questo senso come inevitabile espressione e “proiezione difensiva” dell’umano, troppo umano quando si volge alla “comprensione” del mondo di là da sé, il tentativo di lettura che viene qui proposto è che c’è un’esperienza umana, quella della nudità (esperita, nella sua complessità, soprattutto nell’ambito erotico), che, se ben compresa e vissuta, permette di stabilire con la cosiddetta “opacità dell’oggettuale” (pensata sempre come qualcosa che non riguarda il “mondo” del soggetto) non solo un diverso rapporto (giacché l’opacità il soggetto umano la vive e l’avverte innanzitutto nella costituzione e nella dinamica del suo desiderio verso il “proprio oggetto d’amore”) ma anche un tutt’altro significato di essa: come ciò che accompagna, costeggia, impregna alla radice il “soggettivo mondo proprio”. Avendo verso l’opacità un diverso modo di com-prensione, al soggetto loquente, che definisce in senso solo negativo-negante il mondo opacizzante delle cose e come distante da sé, si presenterà la possibilità di stabilire con le cose-là finalmente un tocco di riguardo – che ha sempre avuto solo “per il proprio Sé”. Gli si presenterà la possibilità, nel mentre “accoglie” attraverso il proprio modo specifico di coglierle le cose-là: con il linguaggio, di liberarsi dal “peso” di dover, con i nomi, dominare il mondo, e vivendo la dimensione del “nominare” non più in termini “costrittivi” ma “creativi”, di “farsi accogliere-da le cose-là”, facendo convivere, in maniera amicale, la natura rerum e l’humana natura.

 

Parole chiave: cosa, oggetto, linguaggio, mondo, “nudità”

 

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Il carcere, la tomba, il fango. Sulla fortuna di alcune immagini da Platone all’età di Plotino

di Martino Rossi Monti
«atque», 18 n.s., 2016, pp. 181-202

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In questo saggio mi soffermerò sull’ostilità, tipica del platonismo e dei suoi molteplici eredi, verso il mondo sensibile e il corpo. Nella prima parte prenderò in esame alcuni aspetti del pensiero di Platone riguardo all’anima e il modo nel quale furono recepiti in alcuni testi filosofici e religiosi scritti tra il I secolo a. C. e il III d. C., con particolare attenzione alle Enneadi di Plotino. Nella seconda parte cercherò di mostrare come quell’ostilità abbia spesso convissuto, in modo assai problematico, con una valutazione positiva del mondo sensibile, generando tensioni e aporie mai davvero risolte.

 

Parole chiave: Platone, Plotino, corpo, anima, prigione, fango, tomba, pessimismo, Orfismo, Gnosticismo, Ermetismo

 

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Il vetro e il velluto. La casa tra opacità e trasparenza

di Elisabetta Di Stefano
«atque», 18 n.s., 2016, pp. 205-218

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All’inizio del XX secolo le nuove tecniche consentono di sostituire il muro in materiali opachi con pareti di vetro che aboliscono le barriere visive tra interno ed esterno. Dopo aver illustrato l’estetica della trasparenza propugnata dal Movimento moderno, il presente saggio contrappone alla casa di vetro modernista orientata verso un’estetica prevalentemente visiva, la dimora ottocentesca che, con i suoi pesanti velluti, esprime l’idea del calore e della tattilità. Infine si interroga su come la dialettica opacità/trasparenza si configuri nella casa ipertecnologica del Terzo millennio.

 

Parole chiave: estetica dell’architettura, opacità-trasparenza, Walter Benjamin, architettura di vetro, domesticità

 

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Bartleby o l’opacità. L’uomo segreto nella letteratura americana

di Antonino Trizzino
«atque», 18 n.s., 2016, pp. 219-236

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Bartleby lo scrivano di Herman Melville è un racconto oscuramente comico che inaugura la tradizione dell’uomo segreto, un genere reinventato da Robert Walser e Franz Kafka. L’enigma dello scrivano che smette di scrivere ha sviato molti tentativi di decifrazione. Qual è il senso della risposta di Bartleby: «Preferirei di no»? A Bartleby è legato un racconto di Nathaniel Hawthorne, Wakefield, in cui un marito lascia sua moglie con la scusa di un viaggio di lavoro, affitta una stanza nella strada accanto alla propria casa e lì si nasconde per vent’anni. Il racconto americano nasce con queste due storie e si dilata fino a includere il destino dell’uomo moderno, condannato a vivere nel mondo senza appartenere al mondo.

 

Parole chiave: racconto americano, Melville, Bartleby lo scrivano, Hawthorne, Wakefield, Deleuze

 

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Il fattore opacità. Stupidità e indeterminazione in Gilles Deleuze

di Ubaldo Fadini
«atque», 18 n.s., 2016, pp. 239-252

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Il testo individua nel motivo della stupidità in Deleuze il paradossale centro motore della articolazione di una serie di coppie concettuali ancora oggi rilevante per la sua portata critica. Critica rispetto a blocchi della ricerca forse aggirabili attraverso una ripresa del problema della stupidità in termini filosofici, vale a dire come questione del rapporto stesso della stupidità con il pensare.

 

Parole chiave: pensiero, stupidità, differenza, determinazione

 

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Psicologia e Filosofia alleate nella cura

In occasione dei venticinque anni dalla fondazione della rivista «atque materiali tra filosofia e psicoterapia»

venerdì 13 maggio 2016 – ore 21,00

alla ibs+libraccio (Firenze, via de’ Cerretani, 16/r)

Fabrizio Desideri (Università di Firenze) e Alessandro Pagnini (Università di Firenze)

presentano “Le figure della cura. Pratiche psicoterapeutiche e pratiche filosofiche”

modera Riccardo Fantechi

sarà presente Paolo Francesco Pieri

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Alcune linee di sviluppo del recente dibattito sulle emozioni

di Mariagrazia Portera – Freie Universität Berlin | Università di Firenze
«atque», 18 n.s., 2016, anteprima

Nell’arco degli ultimi due decenni, la letteratura specialistica sul tema delle emozioni si è accresciuta notevolmente. Questo censimento vuole però individuare soltanto alcune delle piste dove si sono snodate le ricerche, privilegiando quelle di impianto interdisciplinare che hanno mirato a far interagire la filosofia delle emozioni con gli apporti innovativi delle scienze, naturali e sociali. Continua a leggere ›

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17 n.s./2015
IL LAVORO
DELLE EMOZIONI

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a cura di Fabrizio Desideri, Mauro La Forgia, Paolo Francesco Pieri

 

PREFAZIONE I curatori//IL TEMA/Affetto, emozione e conoscenza Gianluca Consoli/Livelli di emozione – Silvano Tagliagambe//PRIMA VARIAZIONE/La natura delle emozioni. Il dibattito fra Martha Nussbaum e Paul E. GriffithsRossella Guerini, Massimo Marraffa/ Sul concetto bioniano di contenitore/contenutoGiuseppe Civitarese/L’esperienza delle emozioni nell’incontro analiticoFranco Bellotti//SECONDA VARIAZIONE/La coscienza affettiva. Emozione e cognizione nel determinismo della coscienza – Stefano Fissi/Il concetto di psicosi unica è ancora valido per una comprensione dei processi affettivi nelle psicosi?Paola Cavalieri//TERZA VARIAZIONE/Verso le emozioni artificialiGiuseppe O. Longo/La macchina morbida. Androidi, emozioni e altri oggetti non identificati nella fantascienza di Philip K. DickAntonino Trizzino//RIPRESA DEL TEMA/Sembra viva! Estetica del perturbante nell’arte contemporaneaPietro Conte//INDICE ARTICOLI “ATQUE” 1990-2015
 

[Anteprima delle prime pagine di ogni articolo del fascicolo.]

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Possiamo intendere le emozioni come processi psichici relativi sia a cambiamenti corporei sia a stati non ancora pienamente circoscritti nella dimensione spazio-temporale. A ogni modo le emozioni sono ciò che, in un certo senso, predispone la nostra esistenza nel mondo, accompagnando, quasi musicalmente, il nostro esistere nel tempo e colorando, quasi pittoricamente, ogni nostro esperire.
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Affetto, emozione e conoscenza

di Gianluca Consoli
«atque», 17 n.s., 2015, pp. 13-33

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In questo saggio vengono selezionati e discussi alcuni tra i principali risultati che sono stati riportati negli ultimi anni dalle scienze cognitive intorno al rapporto tra l’affetto, l’emozione e la cognizione, allo scopo di mettere in luce la loro rilevanza per qualsiasi tipo di approccio rivolto a comprendere le emozioni.

 

Parole chiave: affetto, emozione, conoscenza, bias, anticipazione, decisione

 

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