a cura di
Fabrizio Desideri e Paolo Francesco Pieri
PREFAZIONE – Fabrizio Desideri e Paolo Francesco Pieri // saggi / Sulla genesi della partizione tra interiorità ed esteriorità. Analisi fenomenologiche – Luca Vanzago / Contro l’ossessione della fine. Per un “vissuto” di collaborazione – Ubaldo Fadini / Asimmetrie che contano. Wittgenstein sul dolore, la prima persona e le altri menti – Gabriele Tomasi / Per un’ontologia del vissuto – Luca Pinzolo / Linguaggi della vaghezza. Oltre il mito dell’interiorità – Maria Ilena Marozza / Sulle tracce dell’esperienza. Walter Benjamin tra critica del vissuto e uomo nuovo – Marina Montanelli / Cavalli e asini, muli, bardotti e carpe. Storia, invenzione, memoria e verità in psicoanalisi – Fausto Petrella / Vedere l’irreale. Vissuto d’immagine, vissuto di fantasia – Claudio Rozzoni / Contro il fanciullino. Infanzia cronica e sindrome di Peter Pan – Marco Mazzeo / Pereživanie: tema centrale della psicologia e psicoterapia nella Russia contemporanea. Breve nota storica – Luciano Mecacci // INDICE PER AUTORE DEGLI ARTICOLI DI “ATQUE” 1990-2018
[Anteprima delle prime pagine di ogni articolo del fascicolo.]
prima delle prime pagine di ogni articolo del fascicolo.]
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Questo fascicolo intende criticare l’idea di “vissuto” come accesso privilegiato alla mente e, confutando le nozioni di io e di soggettività che tale idea veicola, intende evidenziare come l’individuo sia fondamentalmente un teatro di processi oggettivi, dove i relativi significati (à la Wygoskji) vengono costituiti in modo congiunto dai partecipanti nel corso dei progetti che concretamente accadono all’interno dei sistemi delle norme collettive.
Con questa critica si vuole non già negare gli enti o gli stati mentali bensì far uscire dalla sterile separatezza in cui finirebbero col trovarsi: lo spiegare e il comprendere, il quantitativo e il qualitativo, la natura e la cultura, i fatti e i valori, ma anche l’esteriore e l’interiore, il tempo esteriore e quello interiore, la superficie e il profondo, l’ordinamento oggettivo e quello soggettivo del passato. E facendo decadere tali distinzioni solo apparentemente alternative, si vuole per l’appunto mostrare il loro vivo coinvolgimento e la loro reciproca (co)determinazione, come accade quando le cose si danno a vedere da un punto di vista sistemico.
Allontanandoci criticamente dalla separazione tra scienze della natura e scienze dello spirito, e dal contesto coscienzialistico della fenomenologia di Husserl, intendiamo affrontare una serie di questioni che nella vita collettiva, nella vita privata e in quella “cura parlata” che è il trattamento psicoanalitico e più in generale psicoterapeutico, sono tra loro intrecciate, per esempio: la storia, la memoria, l’esperienza e il linguaggio.
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