Parlando per i nostri Sé

di Nicolas Humphrey e Daniel C. Dennett
«atque», 20-21, 1999, pp. 41-76

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Così io recito in un sol personaggio

la parte dimolti: e nessuno contento.

Riccardo II.

 

1. Nei primi anni Sessanta, quando le leggi inglesi permettevano la nudità sul palcoscenico solo ad attori immobili, un padiglione alla Fiera di mezza estate di Cambridge offriva uno spettacolo interes sante. «La prima e unica donna camaleònte – diceva il cartellone – si trasforma nelle Grandi Donne della Storia». L’interno del padiglione era buio. <<F’lorence Nightingale!» urlava il presentatore, e le luci si alzavano su una donna nuda, ferma come un sasso, che teneva in mano una lampada. Il pubblico applaudiva. Poi le luci si abbassavano e per un attimo c’era movimento sul palcoscenico. «Giovanna d’Arco!» ed eccola, illuminata da un angolo diverso, che si appoggiava ad una spada. «Good Queen Bessi » e ora indossava una parrucca rossa e aveva in mano un globo e uno scettro.

«Ma è la stessa persona», disse un ragazzino saputello. Immaginate ora, trent’anni dopo, una pubblicità per un computer IBM. Il cartellone di un padiglione annuncia, «Il primo e unico PC IBM si trasforma nei Grandi Elaboratori d’Informazione della Storia». Il padiglione è buio. «Wordstar!» urla il presentatore, e le luci si alzano su un computer da tavolo, che mostra un caratteristico menù di comandi. Poi le luci si abbassano e si sente il suono di un cambio di dischi. «Paintbrush!» ed ecco che il computer mostra un menù differente. «Ora, ciò che tutti state aspettando, Lotus 123 !».

«Mà è·solo un programma diverso», dice il ragazzino.

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