Si tenta una lettura ontologica del vissuto, attraverso una costellazione di spunti teoretici che vengono fatti girare attorno ad alcuni aspetti della riflessione di Levinas. In primo luogo, si cerca di impiegare il “trauma”, e la sua temporalità, come paradigmatico per mostrare come il “vissuto” sia solo eco di qualcosa che si è prodotto altrove e in un altro tempo. In un secondo momento, il “corpo proprio”, anziché luogo o sede privilegiata dei vissuti, viene concepito come crocevia di flussi ambientali – elementi o atmosfere – che lo circondano e lo sovrastano. Si cerca, quindi, di delineare per sommi capi la via verso un’ontologia materialista dell’esteriorità, in cui il motivo naturalistico, pur in certo modo presente, non si chiude in sé stesso, ma apre a una dimensione etica e politica: i vissuti, eventi pre-individuali e a-soggettivi, si producono “tra” i corpi, disegnandoli nei loro profili, certo, ma anche definendone legami e alleanze.
Parole chiave: Levinas, fenomenologia, neofenomenologia. transindividualità, ontologia, atmosferologia, interfaccia
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