Molti miei pazienti in trattamento psicanalitico
usano ridere per confermare
la riuscita dell’operazione
che riporta fedelmente
alla percezione cosciente
l’inconscio celato.
Ridono anche quando
il contenuto della scoperta
non lo giustificherebbe.
S. Freud, L’arguzia e i suoi rapporti con l’inconscio
Premessa
Come è noto, nelle rappresentazioni teatrali dell’antica Grecia prima si dava la trilogia tragica, poi si concludeva con la commedia. Prima si piangeva, poi si rideva. Oggi questa bella abitudine si è per sa. Sembra che il riso abbia perso le sue radici tragiche. O che si siano gracilizzate, essendo rimaste confinate in quella serra artificiale che è l’umorismo. “La settimana comincia male”, dice il condannato a morte, avviandosi al patibolo di lunedì. Quando il responsabile delle tue minitragedie quotidiane, il Super-Io, va in vacanza o ti diventa provvisoriamente meno nemico, puoi sorridere. Almeno, questa è la versione freudiana. Che a sua volta va giustificata o, per lo meno, inserita in un contesto antropologico di respiro più vasto. Vale la pena tentare.