Psicodinamica intenzionale

di Mauro La Forgia
«atque», 16, 1997, pp. 73-92

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Un’overdose d’amore,

un’overdose anche per me

Zucchero (Sugar) Fornaciari, 1990

 

  1. Alcune occorrenze cliniche esemplificative

Un uomo sogna di vivere sott’acqua; abita una villa di stile spagnolesco che ricorda Cent’anni di solitudine; da qualche parte, una pietra osmotica consente il mantenimento di una bolla d’aria che avvolge la villa sottomarina. Un altro uomo ha sognato di trovarsi in una nave rovesciata, in fondo al mare; è in una cabina che ha conservato dell’aria al suo interno; qua e là, dalle pareti e dalla porta, si infiltra un po’ d’acqua. Un bambino gioca nella sua stanza in uno spazio ricavato con scatole e cuscini; intorno, ha piazzato delle armi-giocattolo: sono tutte rivolte verso l’interno.

Non cederò alla tentazione di chiedermi se questi particolari luoghi rinviino alla chiusura senza luce dell’utero materno, o siano, piuttosto, la trasposizione di braccia che avvolgono stretto stretto, ma lasciano pur sempre la possibilità di un respiro che tenga in vita, e rassicuri.

Mi limiterò a sostenere che in queste immagini l’esterno, a dispetto dell’evidenza, non “minaccia” l’interno ma, in qualche modo, lo sorregge: è, infatti, vissuta come un rifugio la villa sottomarina del primo sognatore, e il secondo, nel sogno, non si è sentito in pericolo; anzi, ha poi espresso la sensazione che sia stata rappresentata una situazione in qualche modo rassicurante. Il bambino, infine, considera più facilmente afferrabili e utilizzabili le armi che, pure, ha rivolto contro se stesso .

 

 

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