Resonabilis Echo. La coscienza come spazio metaforico

di Fabrizio Desideri
«atque», 11, 1995, pp. 93-114

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«Nella mente di ogni persona normale – osserva Marvin Minsky – sembrano esservi certi processi che chiamiamo coscienza. Di solito riteniamo che essi ci consentano di sapere che cosa accade nella nostra mente. Ma questa reputazione di autoconsapevolezza non è molto ben meritata, perché i nostri pensieri coscienti ci rivelano pochissimo di ciò che li genera»!. Il paragone che, nel testo, segue questa riflessione è istruttivo. Secondo Minsky, la nostra ignoranza circa il rapporto tra il pensiero cosciente ed un’azione molto semplice come muovere dei passi in una direzione o nell’altra assomiglia all’ignoranza dell’autista circa il funzionamento del motore della macchina che sta guidando. Ma in quest’ultimo caso – si potrebbe osservare -le due funzioni: quella del comune autista e quella dell’esperto di automobili sono perfettamente autonome. Almeno ipoteticamente il nostro esperto potrebbe benissimo non saper guidare, mentre, d’altra parte, a colui che guida la conoscenza di come funziona il motore non aggiunge niente di sostanziale alla sua abilità nella guida ( può renderlo semmai più attento a non sotto porre il motore ad inutili sforzi e cose del genere). Molti, del resto, pur avendo avuto una qualche co gnizione del funzionamento del motore, solitamente se ne dimenticano continuando tranquillamente a guidare.

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