Sensibilità, psiche e linguaggio nella riflessione estetica e antropologica di Helmut Plessner

di Alessia Ruco
«atque», 5 n.s., 2008, pp. 167-184

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  1. Antropologia filosofica e linguaggio 

Nell’opera fondativa della sua antropologia filosofica, I gradi dell’organico e l’uomo, Plessner inserisce la questione del linguaggio all’interno del capitolo sull’immediatezza mediata (vermittelte Unvermitteltheit), che insieme all’artificialità naturale e al luogo utopico costituisce uno dei tre criteri che contraddistinguono l’uomo in quanto essere vivente posizionato eccentricamente rispetto al proprio sé e al proprio campo esperienziale.

Il concetto plessneriano di immediatezza mediata concerne il bisogno tipicamente umano di «conservare il carattere di fuggevolezza della vita mediante la forma, rendendolo così visibile» (GO, 346), ri guarda la capacità espressiva e produttiva mediante la quale l’uomo entra in contatto con un mondo qualitativamente distinto rispetto al proprio centro biologico. La formula ossimorica “immediatezza me diata” rinvia al fatto che l’uomo attraverso l’espressione forma il punto di mediazione rispetto all’immediatezza della coscienza in cui egli già si trova: «il centro eccentrico della persona, il centro esecuti vo dei cosiddetti atti “spirituali”, è capace di esprimere, proprio attraverso la sua eccentricità, la realtà, che “corrisponde” alla posizione eccentrica dell’uomo» (GO, 362).

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