‘Vedere la scienza con l’ottica dell’artista’: note su Feyerabend e il significato filosofico dell’arte

di Alessandro Pagnini
«atque», 10, 1994, pp. 111-126

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I. La vita.

Il motto famoso dell’autocritica di Nietzsche, posta a prefazione de La nascita della tragedia , in cui si auspica di guardare alla scienza con gli occhi dell’arte, e all’arte con quelli della vita, potrebbe essere una per fetta epigrafe per molti scritti di Feyerabend; sebbene Nietzsche e soprattutto il suo artista, tratteggiato con enfasi romantica come il depositario di una verità tragica epicamente profetizzata, non compaiano mai tra le figure cui l’epistemologo austro-americano accredita particolare riconoscenza.

Più volte Feyerabend ha avuto modo di ribadire l ‘origine quasi fortuita del suo interesse per la filosofia. Fu comprando uno stock di libri usati, unica con dizione per poter avere sceneggiature e testi teatrali che a lui interessavano primariamente, che si trovò in mano anche dei libri di filosofia; libri che poi lesse -e certo non senza trovarvi interesse – onde non mandar sprecata parte della spesa. L’aneddoto ci dice che l’ingresso di Feyerabend sulla scena filosofica è stato un po’ casuale, proprio come per la signora Maureen nei suoi Dialoghi sulla conoscenza: «È questa la lezione di cucina postmoderna?», si chiede la signora entran do per sbaglio ad “un seminario sulla gnoseologia”.

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