Verità e pratiche sociali

di Ubaldo Fadini
«atque», 18-19, 1998, pp. 35-50

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È stato G. Deleuze a sottolineare come la produzione teorica di Foucault presenti una particolarità molto interessante: quasi tutti i suoi libri contribuiscono alla determinazione di una sorta di archivio, mediante strumenti decisamente originali e creativi, su “oggetti” come l’Ospedale generale nel XVII secolo, sulla clinica nel secolo successivo, sulla prigione nell’Otto cento; sulla soggettività nella Grecia antica e nel cristianesimo. Ma accanto a ciò, si deve prestare grande attenzione alla massa imponente dei colloqui che sempre hanno accompagnato la pubblicazione dei libri, riassumendosi nella dinamica dell’attualizzazione, vale a dire nella domanda su cosa “ne è oggi della follia, della prigione, della sessualità”, sulle “nuove modalità di soggettivazione”, che non sono certa mente né greche né cristiane… L’importanza attribuita da Foucault ai colloqui derivava dal fatto che in es si tracciava delle “linee di attualizzazione”, formulava delle “diagnostiche”, che richiedevano altre modalità espressive rispetto a quelle presenti nelle grandi opere. L’osservazione dell’autore di Differenza e ripetizione è preziosa nel momento in cui indica una possi bile via d’uscita dal complesso di confusioni e di corti circuiti critici, che sembra caratterizzare molta parte della letteratura secondaria su Foucault.

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